Inflazione USA – sempre meno transitoria
I dati sull’inflazione degli Stati Uniti per il mese di settembre rimangono forti. L’inflazione primaria rimane al 5,4% a/a, il sesto dato consecutivo sopra al 4%. L’inflazione core continua a viaggiare al 4% e gli aumenti dei prezzi rimangono sostenuti su diversi settori, in primis quello degli alloggi, del cibo e dei servizi che crescono insieme agli articoli strozzati dal “collo di bottiglia”, come le auto usate. La domanda solida, gli aumenti nell’energia e le strozzature dell’offerta rendono sempre più debole l’argomento dell’inflazione transitoria, come abbiamo sottolineato a maggio e ribadito nel nostro recente webinar. Anche i politici si stanno gradualmente muovendo. Diversi membri della Fed sono ora meno fiduciosi sulla durata dell’inflazione e i verbali della Banca Centrale USA di questa settimana evidenziano che i costi dell’allentamento sono vicini a superarne i vantaggi. Il tapering di novembre è ormai scontato. I tassi front-end stanno salendo, suggerendo che il mercato sta scontando più rialzi dei tassi. Man mano che i policymakers cederanno alla non transitorietà, il mercato seguirà, aprendo la strada a tassi più alti per più a lungo.
Cina – Banca Popolare Cinese (BPC) in soccorso
Le autorità cinesi stanno finalmente dando segnali di vita sull’attuale crisi immobiliare. Venerdì, la BPC ha chiesto esplicitamente alle banche di allentare le politiche sui prestiti per gli sviluppatori immobiliari e ha sottolineato in una conferenza stampa che al di fuori di Evergrande il settore immobiliare rimane solido. La comunicazione segue alcuni piccoli passi accomodanti, come la riduzione delle restrizioni su transazioni in valuta per gli sviluppatori e la discussione sull’allentamento delle quote dei mutui. Dopo default/ristrutturazioni per circa 30 miliardi di dollari nel settore, il governo sta spostando l’attenzione sulla crescita, visto l’alto peso del settore per l’economia cinese e il suo ruolo chiave a livello sociale. La mossa del governo potrebbe avere forti implicazioni per il mercato cinese ad alto rendimento, data l’elevata percentuale di debito, che si trova in questo momento a scambiare a livelli di difficoltà nel settore. È probabile che il prossimo passo sia un adeguato allentamento monetario, probabilmente tramite tagli alla reserve requirement ratio (RRR) nelle prossime settimane.
Turchia – gli unici a optare per un taglio dei tassi
Il governo turco continua a segnalare l’allentamento della politica monetaria, in netta controtendenza rispetto al resto del mondo. Dopo il taglio di 100 punti base di settembre, il governo ha rimosso i membri più propensi a una politica restrittiva del comitato di politica monetaria, segnalando un altro probabile taglio per la prossima settimana. Con una persistente inflazione al 20%, ulteriori tagli sono abbastanza in contrasto con la posizione della Turchia nel ciclo economico e potrebbero innescare ulteriori timori sugli asset turchi. In effetti, è probabile che un’ulteriore erosione dei tassi reali si traduca in una maggior domanda locale di valuta forte, sfidando la posizione fragile della banca centrale. Con tutte le economie globali in fase di restrizione monetaria e la debole posizione estera, le autorità turche stanno giocando con il fuoco e i mercati potrebbero essere pronti per un altro inverno “caldo”.
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