La politica monetaria condotta dalle banche centrali ha guidato un incremento nei prezzi degli asset ma allo stesso tempo ha tagliato i rendimenti della maggior parte degli strumenti finanziari. Questo, combinato con il nervosismo del mercato dovuto alla crisi Covid-19 dell’anno scorso, ha condotto i rendimenti ai minimi storici. Attualmente, il 27% del mercato obbligazionario globale ha rendimenti negativi e il 94% ha rendimenti inferiori al 3%. L’impatto sulle banche è multiplo:
- I titoli presenti nei bilanci delle banche sono aumentati di valore (anche se queste variazioni non sono state contabilizzate), tuttavia il basso rendimento sui nuovi acquisti obbligazionari si ripercuote sul conto economico e frena i profitti futuri.
- Con i rendimenti ai minimi, gli spread che le banche applicano per i loro margini tende ad assottigliarsi, causando un ulteriore ostacolo.
- Negli ultimi 5-10 anni, le banche hanno un po’ ricoperto il ruolo delle vittime sacrificali della politica monetaria delle banche centrali, e le ripercussioni sul loro margine di interesse netto.
- Tuttavia, durante la crisi Covid-19, sia la politica monetaria delle banche centrali che il sostegno fiscale dei governi hanno creato un ambiente significativamente migliore per il credito (rispetto ad un contesto privo di sostegni). Alla luce di ciò, nonostante gli importanti accantonamenti della prima metà dell’anno scorso, dal terzo trimestre 2020, le precauzioni di difesa sui bilanci sono state costantemente in calo. In generale è chiaro che le banche europee hanno accumulato un eccesso di accantonamenti e che dovranno quindi liberarsene tra il 2021 e 2022.
È interessante notare che, già dall’inizio del 2021, i primi tre punti citati sopra hanno iniziato a invertire rotta. Infatti, le banche centrali si impegnano a compensare le banche per alcuni degli impatti negativi causati dalle loro politiche accomodanti. Rimane tuttavia negativamente impattante l’alta liquidità costantemente depositata dagli istituti presso la banca centrale, poichè quest’ultima applica tassi negativi. Da giugno dello scorso anno, per stimolare l’economia, la BCE ha iniziato a pagare alle banche 50pb per i prestiti, invertendo pesantemente l’impatto sfavorevole dei tassi negativi. Con i rendimenti obbligazionari in aumento (il Treasury a 10 anni è passato dai 50pb dell’agosto 2020 ai ~160pb di ora), vediamo finalmente un futuro positivo per il settore finanziario.
Di seguito un esempio di quello che sta succedendo nei bilanci delle banche in questo momento (particolarmente interessante in riferimento ai margini d’interesse netti e agli accantonamenti come menzionato sopra):
Abbiamo essenzialmente iniziato un nuovo ciclo economico, ma siamo solo all’alba di un nuovo ciclo monetario. Stiamo vivendo un “picco” nei sostegni monetari, ma il prossimo decennio vedrà probabilmente una graduale rimozione dei sostegni. Un’ottima notizia per il settore bancario:
Rimaniamo cinici nel pensare che sia esclusivamente la politica monetaria delle banche centrali a guidare la transizione, ma considerando il crescente sostegno fiscale dei governi e il successo nel lancio dei vaccini, vediamo realezzabile la ripresa economica e crediamo alle aspettative di inflazione.
Un contesto economico che vede sicuramente il settore finanziario come uno dei maggiori beneficiari:
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