Ieri sera nella splendida cornice della National Gallery di Londra, è stato presentato il secondo paper dell’Algebris Policy and Research Forum: “Europeans Vote: An Existential Moment for EU Integration?”. L’evento ha visto i membri del Forum, insieme a Silvia Merler, Responsabile per la Ricerca, illustrare con le conclusioni emerse dall’analisi.
Il paper esamina un’apparente contraddizione: in un’epoca in cui una porzione storicamente ampia di cittadini europei sembra non solo essere consapevole, bensì anche riconoscere il beneficio di far parte dell’Unione Europea, filoni euroscettici e nazionalisti stanno prendendo sempre più piede, e ci si attende che riescano a far sentire la propria voce in modo rilevante nelle prossime elezioni europee.
Sulla base dei dati del sondaggio Eurobarometro della Commissione Europea raccolti su un periodo di 15 anni, l’analisi evidenzia due aspetti importanti. Da un lato, sebbene l’Unione Europea non venga percepita come anti-democratica, la maggioranza della popolazione pensa che la propria voce non sia sufficientemente presa in considerazione. Questo senso di impotenza aumenta con l’età ed è più forte tra gli intervistati meno qualificati o non occupati. Dall’altro lato, molti europei hanno smesso di considerare l’Unione Europea come un interlocutore in grado di fornire risposte convincenti alle diffuse preoccupazioni per l’economia e la sicurezza.
Le due principali sfide per chi auspichi il rafforzamento dell’integrazione europea saranno quindi ricostruire un significato positivo per l’UE agli occhi dei suoi cittadini, e ridare loro voce. Come i relatori hanno tenuto a sottolineare, tali obiettivi richiederanno una discussione aperta e franca sul significato di solidarietà nell’Unione Europea, intesa sia in termini economici che sociali. Inoltre, sarà necessario portare i cittadini al cuore del processo democratico europeo, coinvolgendoli maggiormente attraverso iniziative dal basso.