Edizione speciale – Elezioni USA
A che punto siamo.
È probabile che il candidato democratico Biden venga nominato Presidente degli Stati Uniti, ma i Repubblicani potrebbero mantenere il controllo del Senato. Biden ha ottenuto finora 264 voti del collegio elettorale e il 50,4% del voto popolare, con il Wisconsin e il Michigan colorati di blu, il Nevada o la Pennsylvania andranno probabilmente nella stessa direzione. Il Presidente Trump non si è ancora arreso e ha dichiarato che intraprenderà una battaglia legale. Tuttavia, crediamo che il sostegno a tale azione possa presto svanire, sia da parte dei membri del partito reppublicano che della cerchia ristretta di Trump.
Implicazioni per la politica fiscale ed estera.
Mentre la politica fiscale richiede l’approvazione del Congresso, la politica estera è per lo più controllata dal Presidente. Se i Democratici dovessero controllare il Senato, il pacchetto fiscale potrà arrivare fino a 2,4 trilioni di dollari; tuttavia, con un Senato probabilmente controllato dai Repubblicani, è possibile che gli stimoli messi in campo saranno circa la metà. Poiché la politica estera è controllata dal Presidente, ci aspettiamo un miglioramento delle relazioni con l’Europa, il Messico e la maggior parte dei mercati emergenti ad eccezione della Cina. Pensiamo che un’amministrazione Biden continuerà a mantenere una posizione avversa nei confronti della Cina, anche se forse con un’agenda di politica estera più ampia piuttosto che concentrarsi esclusivamente sulla correzione dello squilibrio commerciale.
Come pensiamo si siano posizionati i mercati.
Fin dalla prima mattina di mercoledì, sui prezzi abbiamo osservato un’attività significativa di coperture che si è trasformata in un “commercio del dolore”. In altre parole, molti investitori si aspettavano una significativa volatilità del mercato data dalle contestazioni per una grande vittoria democratica. Di conseguenza, gli investitori sono entrati nella notte delle elezioni eccessivamente coperti, posizionati per spread più larghi, maggiore volatilità e tassi di interesse a lungo termine più ampi. Nonostante un risultato elettorale molto bilanciato, il processo è stato sostanzialmente pacifico e, con un Senato controllato dai Repubblicani, gli stimoli fiscali saranno probabilmente inferiori alle aspettative degli investitori. Ciò significa che la volatilità e gli spread sul credito sono destinati a restringersi, mentre gli investitori rimuovere le coperture.
Come siamo posizionati.
Pensiamo che un’amministrazione Biden con una Camera democratica, ma un Senato repubblicano, crei un ambiente positivo per il credito. Mentre i profitti delle imprese possono essere messi in discussione dall’aumento delle tasse, il rischio di insolvenza dovrebbe rimanere basso grazie a una combinazione di stimoli, che saranno più mirati all’economia reale, e bassi tassi di interesse. Sul credito rimaniamo lunghi in quanto fiduciosi sull’introduzione di un vaccino per le economie sviluppate entro l’anno prossimo, ci aspettiamo, quindi, una ripresa più rapida. Anche le valute emergenti dovrebbero trarre beneficio da queste condizioni, soprattutto, se si considera che da marzo gli investitori sono rimasti sottopesati sull’asset class sia a causa del COVID-19 che per via dei timori elettorali. Gli indici azionari dei mercati sviluppati rimarranno probabilmente piatti in questo contesto, dato che gli stimoli fiscali sono inferiori al previsto e la probabilità che un Presidente democratico possa spingere per una maggiore regolamentazione del settore tecnologico.
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