Fed – Reazione più dovish
La Federal Reserve ha mantenuto invariati i tassi (come previsto) e ha rivisto al rialzo le stime per riflettere una crescita e un’inflazione più elevate e un minor numero di tagli dei tassi. La crescita nel 2024 è stata portata dall’1,4% al 2,1%, mentre il PCE core è stato portato dal 2,4% al 2,6%. Il Dot-Plot ha mantenuto 3 tagli nel 2024, ma ha cancellato 1 taglio ciascuno per il 2025 e il 2026. La stima dei tassi neutrali di lungo periodo è aumentata marginalmente dal 2,5 al 2,6%, dopo essere rimasta invariata dal 2019. Il mantenimento di 3 tagli nel 2024, nonostante l’aumento della crescita e dell’inflazione, è stato accolto in modo dovish dal mercato, con i rendimenti dei Treasury a 2 anni in calo di 7 pb dopo la pubblicazione. La conferenza stampa di Powell ha enfatizzato la strategia della Fed di sperare in un’inflazione più bassa in futuro, per rimanere in linea con la riduzione dei tassi restrittivi. Se questo funzionerà, sarà un bene, ma se non funzionerà, la Fed rischia di compromettere la propria credibilità, con curve dei tassi più ripide e un dollaro più debole.
Banche centrali globali – La Svizzera taglia e il Giappone torna ad alzare
La Banca centrale del Giappone ha alzato i tassi, concludendo così il ciclo di rialzi e risultando l’ultima banca centrale a farlo. La BoJ ha abbandonato i tassi negativi in vigore dal 2016 e ha aumentato i tassi per la prima volta dal 2007. Tuttavia, il rialzo è stato effettuato in modo dovish, con Ueda che ha sottolineato il mantenimento di una politica accomodante, il che ha fatto sì che l’USDJPY tornasse rapidamente al di sopra di quota 150. La Banca nazionale svizzera, invece, ha dato il via al ciclo di riduzione dei tassi e ha sorpreso i mercati abbassando i tassi di 25 pb all’1,5%. L’inflazione svizzera è prevista tra l’1,4 e l’1,1% tra il 2024 e il 2026, quindi ben all’interno dell’intervallo di inflazione target dello 0-2%. Dato il ritmo trimestrale, la BNS ha scelto di anticipare la BCE in vista del probabile taglio di giugno. La Banca d’Inghilterra ha fatto dei piccoli passi verso un allentamento della politica, votando 8-1 per mantenere i tassi invariati. In particolare, il membro più hawkish dell’MPC Catherine Mann non ha più votato a favore di un aumento dei tassi, segnalando che anche il nucleo centrale del comitato si sta probabilmente spostando verso una direzione più dovish.
Banche centrali EM – LatAm dovish e Turchia più ortodossa
In America Latina continua l’allentamento monetario. In Brasile, la BCB ha tagliato 50 pb per la sesta volta consecutiva, portando i tassi di policy al 10,75%. Le indicazioni sono state meno favorevoli ad ulteriori tagli, in quanto la banca centrale cerca di limitare l’impatto potenziale di qualsiasi volatilità sul piano fiscale. Riteniamo che i tagli continueranno in estate e che il tasso terminale sarà inferiore al 9%, rispetto al 9,8% previsto. In Messico, Banxico è stata l’ultima banca centrale latinoamericana ad avviare un ciclo di allentamento. La banca centrale ha tagliato i tassi di 25 pb all’11%. Le previsioni di inflazione rimangono contenute, al 3,6% entro la fine del 2024. Il contesto suggerisce un ciclo di tagli costante ma graduale, che dovrebbe sostenere sia i tassi che la valuta, dati gli elevati tassi reali iniziali. In Turchia, la CBT ha aumentato i tassi di 500 pb al 50% per inviare un segnale forte in termini di lotta all’inflazione. Consideriamo il Paese vulnerabile, ma riconosciamo i recenti sforzi per fare il passo giusto. Riteniamo che la disinflazione inizierà a concretizzarsi nel secondo trimestre.
Algebris Investments’ Global Credit Team
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