Settimana delle banche centrali – Tra falchi in volo e falchi in attesa
Questa settimana, una serie di banche centrali darà alcuni segnali di restrizione e la divergenza tra la Fed e la BCE aumenterà. Mercoledì la Fed potrebbe accelerare il ritmo del tapering. Siccome i rischi legati alla variante Omicron stanno svanendo, l’attenzione del Federal Open Market Committee (FOMC) sarà principalmente sui dati riguardanti l’inflazione, che rimangono forti. Venerdì, l’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) degli USA di novembre si è attestato appena al di sotto del 7% annuo. Le componenti sottostanti segnalano un aumento generalizzato: a novembre le componenti core, alimentari e servizi, hanno tenuto il passo delle voci energetiche e industriali, a differenza dei mesi estivi, quando l’inflazione era trainata da queste ultime. L’andamento dell’inflazione è ora molto preoccupante, poiché il livello è alto e la direzione lo è ancora di più. Sia il presidente Powell che il presidente Biden hanno sottolineato queste preoccupazioni in alcune recenti osservazioni. Il nostro scenario base per mercoledì è, quindi, quello di un’accelerazione del tapering, sebbene l’incertezza sulla variante Omicron possa spingere questa decisione a gennaio. Per i rialzi dei tassi dovremo molto probabilmente aspettare il secondo semestre del 2022, anche se l’inflazione persistente potrebbe convincere la Fed ad apportare almeno un rialzo entro la primavera. Giovedì la BCE dovrà comunicare i cambiamenti all’attuale programma di acquisti. Poiché il Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP) scade a marzo, la banca centrale probabilmente trasferirà gli acquisti sull’Asset Purchase Programme (APP). In questo modo, l’intero programma di acquisti mensili si sposta nella sacca dell’APP, con l’importo complessivo degli acquisti che si riduce. In Europa, i timori legati alla variante Omicron sono più concreti e i dati sull’inflazione più deboli. Il messaggio sarà quindi sostanzialmente meno aggressivo della Fed. La presidente Lagarde probabilmente continuerà a tirarsi indietro sul tema dei rialzi dei tassi nel 2022, con le nuove previsioni che non consentiranno estrapolazioni da falco. Giovedì, la Bank of England (BoE) probabilmente rimarrà in attesa e non opterà per comunicati da falco, soprattutto viste le nuove misure anti Covid appena annunciate dal governo.
Omicron – Sintomi e paure più lievi
Le notizie recenti continuano ad alleviare le preoccupazioni sulla variante Omicron. Innanzitutto, le prove sui sintomi sono ora più solide e indicano sintomi più lievi. Sia in Africa che in Europa i ricoveri non salgono (nonostante un aumento dei contagi), e la percentuale di casi gravi tra i ricoverati resta sostanzialmente inferiore rispetto alle precedenti ondate. Inoltre, Austria e Germania stanno assistendo a un picco nei contagi dopo lockdown temporanei e relativamente lievi, suggerendo che il costo economico di Omicron potrebbe non essere così alto come temuto. Le prove sulla copertura vaccinale non sono ancora completamente disponibili, ma le dichiarazioni preliminari indicano un certo grado di copertura, sebbene non così completo come per le altre varianti. Sia Pfizer che Moderna hanno indicato una copertura forte con tre dosi rispetto a una copertura meno incisiva con due. Nelle prossime 1-2 settimane saranno disponibili studi completi sull’efficacia del vaccino sulla variante Omicron. Nel complesso, sintomi più deboli, restrizioni più leggere e un’adeguata protezione dei vaccini indicano uno scenario decisamente migliore di quanto temuto inizialmente. Molte attività legate alla riapertura rimangono bloccate ai livelli pre-vaccino, specialmente tra i titoli europei legati ai viaggi ed al tempo libero. Continuiamo a ritenere il livello delle valutazioni a sconto rispetto allo scenario base che ci prefiguriamo alla luce dei dati iniziali. Continuiamo quindi a vedere la riapertura europea come una delle poche occasioni di valore in un mercato ristretto.
Cina – Finalmente in allentamento
In Cina, il governo ha finalmente compiuto ulteriori passi in avanti verso un allentamento politico. Lunedì scorso, la People’s Bank of China (PboC) ha tagliato dello 0,5% le riserve obbligatorie per le banche locali, liberando quasi 200 miliardi di dollari di liquidità. Inoltre, mercoledì la PBoC ha aumentato il Reserve Requirement Ratio (RRR) per le banche sulle operazioni sui cambi, indebolendo efficacemente la valuta e fornendo un maggiore supporto. Le nuove misure accomodanti arrivano casualmente alla formalizzazione del default di Evergrande, puntando al sostegno agli immobili e al sistema bancario. L’allentamento macro integra le misure micro, come la riduzione delle quote dei mutui e dei prestiti al settore immobiliare, adottate poche settimane dopo le difficoltà di Evergrande a settembre. Una PBoC più proattiva rimuove il rischio di coda sulla crescita della Cina per il prossimo anno e segnala un maggiore sostegno ai mercati del credito. Nel complesso, riteniamo che il peggio sia passato per il credito High Yield (HY) cinese e per il settore immobiliare. Con il 70% del settore che scambia a livelli di difficoltà e gli eventi creditizi già avvenuti per i peggiori emittenti, un maggiore sostegno monetario dovrebbe essere un vento in poppa per il settore nel 2022.
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